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Da Parigi a Bergen-Belsen 1944-1945.

Da Parigi a Bergen-Belsen 1944-1945.

Jacques Saurel

Jacques Saurel, nato nel 1933, avrebbe potuto subire il destino riservato a numerosi bambini, figli di genitori ebrei emigrati dalla Polonia tra le due guerre: Auschwitz e la camera a gas. È grazie a suo padre se in un primo momento riesce a sfuggire alla

deportazione: arruolato volontario, poi prigioniero di guerra, questi è protetto, così come la sua famiglia, dalla Convenzione di Ginevra. Ma i nazisti cercano degli ostaggi da deportare. Così, nei primi giorni del febbraio 1944, Jacques, la sorella maggiore (la minore è stata nascosta) e il fratellino sono internati per tre mesi a Drancy, per essere poi deportati nel «campo della stella» di Bergen-Belsen con la loro mamma.

Da quel momento è grazie a lei che riescono a sopravvivere. Pur beneficiando di condizioni «privilegiate» poiché i nazisti vogliono servirsi di loro come di «merce di scambio», questi bambini non avrebbero mai potuto resistere senza il sostegno morale e i sacrifici della loro mamma; tanto più che le condizioni di vita, già molto difficili, si deteriorano a partire dall’autunno 1944, man mano che arrivano i sopravvissuti delle evacuazioni dell’Europa dell’ est. Il campo di Bergen-Belsen, la cui organizzazione si sgretola, diventa allora un vero e proprio cimitero dove regnano fame ed epidemie.

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Éditeur : Editions Le Manuscrit Langue : italien
Genre : Mémoires et Biographies Sortie : 8 octobre 2012
Sous-genre : Autobiographie Collection : Témoignages de la Shoah

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Biographie

Jacques Saurel

Jacques est né à Paris en 1933 dans une famille juive récemment émigrée de Pologne. Il a deux sœurs et un frère. Pendant la guerre, son père est prisonnier. Jacques est arrêté début février 1944 avec l'une de ses sœurs, son frère et sa mère, interné à Drancy puis déporté à Bergen-Belsen comme juifs pouvant servir de monnaie d'échange. Ils sont évacués par le « Train fantôme » peu avant la libération du camp devenu un mouroir : les Britanniques découvrent 13 000 morts par terre et 60 000 détenus. La famille proche de Jacques a survécu à la Shoah mais pas la majorité des siens. Après guerre, il travaille dans le prêt-à-porter puis dans la coiffure. Il change de nom en 1963. Il s'investit dans la mémoire est devient Secrétaire général de l'Amicale de Bergen-Belsen en 2003.
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